ETNU 2009 - 2° Festival dell'Etnografia - Nuoro ETNU poesia/IN.CON.T.R.O

L’Istituto Superiore Regionale Etnografico della Sardegna, con la collaborazione della SIMBDEA (Società italiana per la Museografia e Beni demoetnoantropologici) e del Comune di Nuoro, ha organizzato, dall’11 al 14 settembre 2009, ETNU, 2° Festival italiano dell’etnografia. Il Festival si è articolato in una serie di eventi ed esposizioni che miravano ad offrire ad un vasto pubblico uno scenario aggiornato del complesso di studi e di attività riconducibili alla riflessione e alla pratiche dell’etnografia. Temi guida sono stati l’etnografia della modernità, alimentazione e l’oralità. L’ultimo giorno, il 14.9.2009, è stato dedicato al Progetto transfontaliero fra la Sardegna, la Toscana e la Corsica, INCONTRO. Fra le altre manifestazioni hanno avuto particolare rilievo quelle incentrate sulla improvvisazione poetica nelle diverse realtà regionali e nazionali.

Gara poetica campidanese.14 settembre 2009.

numero inventario
tipo
video
natura
Spettacolo
genere
Poesia
autori
Autori/Interpreti: Atza,Omero e Orrù, Antonio e Zedda, Paolo. Attore e interprete colletivo: Cogoni, Gianni e Valdes, Agostino. Regia: Figus, Ignazio.
luogo
Nuoro. Centro polivalente.
data
2010-05-04
lingua
Sarda, variante campidanese
diritti
descrizione tecnica
Video originale: Videocassetta DV
durata
58 min. e 35 sec.
analisi del contenuto
Si tratta di una breve gara poetica fra tre poeti nella forma della "cantada" a "fini serrau", cioè ad argomento nascosto, celato al di sotto di un’immagine. Il "fundadori" (poeta improvvisatore che prende per primo la parola), Paolo Zedda, propone di parlare di “un’epidemia che c’è in giro”. Con lo sviluppo della gara il tema viene sviluppato e l’allegoria viene via via disvelandosi. Nel "mutetu" di chiusura l’immagine proposta viene apertamente illustrata: la “malattia che dobbiamo combattere”, dice il fundadori, "è l’abbandono della lingua sarda".
note complementari
Tre "cantadoris" (poeti improvvisatori) eseguono una breve gara poetica a "mutetus longus", accompagnati dalle due voci del coro costituito da "bàsciu e contra". Il coro si colloca al fianco destro (per chi guarda) della postazione del poeta, raggiunta a turno dai poeti per l’esecuzione del "mutetu longu", che avviene solitamente stando in piedi e con le mani appoggiate sulla spalliera di una sedia. Prima dell’inizio della gara poetica, uno dei poeti (Omero Atza), cantando formule convenzionali (“A sa moda campidanesa”, “Artziaidda pagu pagu”), stabilisce il centro tonale delle esecuzioni cantate e permette l’”accordatura” del coro di accompagnamento. Nel primo e ultimo giro i cantori del coro cantano in piedi, mentre nel resto dell’esibizione cantano restando seduti. Alcuni elementi della performance sono legati al fatto che essa si svolge in un ambiente non convenzionale e alla presenza di un pubblico non specializzato nell’ascolto della gara poetica campidanese. In particolare, il fatto che la conclusione di ogni mutetu sia accompagnato dagli applausi del pubblico (usualmente l’applauso accompagna solo il primo e l’ultimo intervento di ciascun poeta); la traduzione in italiano dell’avviso di inizio dell’ultimo giro di interventi (“giru ‘e sèlliu”); l’occasionale girarsi indietro da parte degli autori della performance a scrutare la traduzione in italiano che in tempo reale viene proiettata su uno schermo (n.b. lo schermo con la traduzione viene inquadrato anche nel presente filmato).
parole chiave
Oralità, Improvvisazione, Poesia estemporanea, Poesia improvvisata, Gara poetica, “Cantada”, “Mutetada”, “Mutetu”, “Sterrina”, “Cubertantza”, “Cantadoris", “Fundadori”, "Fundada", "Selliu".
edizione
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