18 - 19 luglio 2009

18/07/09 – 17.39
Da Pietro Clemente:

Cari amici,

rientrato dalla Corsica ho dovuto sedare una rivolta toscana, tesa a trasferire totalmente in Corsica il progetto INCONTRO. Mi sembra che l'ammutinamento sia sotto controllo e che lo possiamo assumere come un segno di gradimento del viaggio di INCONTRO in terra presunta straniera che ci è parsa nostra e comune.
Le sollecitazioni sono state molte e credo si debba anche dare vita a una 'letteratura grigia' di notazioni e commenti sui viaggi di INCONTRO.
Sui problemi generali delle prossime scadenze vi scriverò prima di una breve vacanza in Sardegna.
Per ora volevo suggerire agli amici dell'ISRE la possibilità di organizzare il sito INCONTRO in modo tale che distingua documenti di INCONTRO sono i testi, i messaggi circolari, i documenti i verbali le ' note di viaggio', piccole e brevi annotazioni di etnografia dell'incontro, mini diari, ma riflessioni utili per mandare avanti quel 'surplus' che serve al nostro progetto, una comparatistica che segnali connessioni e divergenze foto e brevi filmati sono anch'esse parti del viaggio possono anche essere commentate suoni e voci registrazioni di contrasti o spettacoli e anche trascrizioni di testi cantatilaboratorio web qui ci saranno le schede on line, le indicazioni su libri, le riflessioni di lavoro su come fare i seminari-concerto etc...
Chiedo a Piquereddu e a Deias se ci si può orientare verso una ipotesi di questo genere, e a tutti di cominciare a far circolare note di viaggio, foto etc...
pietro

18/07/09 – 18.43
Da Pietro Clemente:

Con questa foto di gruppo vi segnalo anche la mia 'scoperta', fatta leggendo le storie di Pascal Paoli detto 'babbu': le nostre regioni sono le uniche in cui il babbo si chiama babbo (in attesa di smentita). Nel sito farei volentieri anche una rubrica metereologica interfrontaliera
Pietro

19/07/09 – 12.19
Da Pietro Clemente:

Nel mio viaggio ho scoperto i migliacci e l'ambrucciautu, nonchè il brocciu da mangiare da solo. L'ambrucciatu  o imbrucciatu mi è stato venduto da una sarda al mercatino di Ajaccio. E' il fratello gemello (un pò ingrassato) di ciò che in Sardgena si chiama 'formaggella' nel nord e 'pardula' nel sud, e a me piace molto. Oggi ne faccio assaggiare alle mie figlie avendone comprato tre da un panettiere di Pietranera.
Al supermercato di Piazza Charles de Gaulle di Ajaccio ho scoperto i migliacci. Li ho ritrovato poi dal solito panettiere di Pietranera. In una libreria di Corso Napoleone ad Ajaccio uno strano venditore, che non voleva toccassi i libri, mi ha venduto un libro di cucina corsa in francese (ho visto che non ci sono libri di cucina, di fiabe etc..corsi in corso...credo) anni 70 ma interessante, con quello e con una ricetta scaricata da Internet oggi a pranzo  faccio i primi 'migliacci' della mia vita. Ti dirò se sono venuti buoni, li faccio col pecorino sardo che a Siena si trova, ma credo ci voglia un pecorino più fresco di quel che si trova in commercio.
Il migliacciu è un esempio del sistema di differenze-somiglianze transfrontaliere. Il nome in Sardegna non esiste, anche se il migliacciu ha una certa lontana parentela con le 'sebadas' fatte con pecorino fresco non salato e una teca di sfoglia. Ma le 'sebadas (o seadas') sono dei dolci, se mangiate con miele o zucchero. Il migliacciu ha una certa ambiguità, viene presentato dai libri come dolce, ma quelli che ho saggiato io erano 'pizze al formaggio' ambigue ma a prevalenza di salato.
In Toscana il migliaccio è un dolce fatto con il sangue del maiale mescolato a farina, zucchero, canditi e altro, tipo frittella o biscotto.
Per trovare una ricetta del migliaccio in Internet invece ho scoperto che il campo semantico più riconosciuto del migliaccio è quello di un dolce alla ricotta di tradizione campana (Napoli, Salerno etc...) che ha tradizione carnevalesca.
Vedi che guardando alla Corsica si rifa il giro del mediterraneo dei popoli italici (anche arabi credo ma nel caso specifico no). Un nome e un contenuto alimentare si giocano una gamma di possibilità ampia che dà l'idea sia 'olistica' (nel sistema alimentare corso ambrucciatu e migliacciu non sono riducibili ai loro 'parenti' sardi, toscani o napoletani, fanno sistema) che comparativa (forme, possibilità di varianti, matrici storiche comuni).
Per finire oggi mi è venuto in mente (banale che succedesse) il titolo dell'Opera che per i miei maestri apre la storia italiana degli studi di tradizioni popolari, è quella di Tommaseo Canti popolari toscani, corsi, illirici e greci, 1850. Opera che voleva mettere insieme i popoli oppressi che avevano in atto rivendicazioni nazionali. Tommaseo vedeva i sardi già 'accasati' con i piemontesi, e i corsi li vedeva più simili ai greci agli illiri ma soprattutto ai toscani, popolo la cui lingua era vocata a diventare nazionale, ma in cui il potere era ancora  germanico. I toscani sono stati dominatori dunque delle isole sorelle (prima di essere sconfitti dai genovesi), ma Tommaseo li riavvicina ai corsi come popolo oppresso a metà dell'800.
Giri della storia.
In Internet ho trovato 'Canti popolari toscani corsi illirici greci: corsi' se andate a vedere 'google' ha riprodotto in pdf l'originale testo di Tommaseo per la parte sui canti 'corsi'. E' un bel documento da guardare e leggere.
Avevo cominciato scrivendo a Toni visto che si trattava di un problema gastronomico privato, ma a questo punto ho deciso di girarla a tutto il CS perchè sono cresciuti gli elementi di interesse antropologico mentre scrivevo,
buona domenica
Pietro

19/07/09 – 22.59
Da Pietro Clemente:
Nel ricordarvi il nostro INCONTRO di mercoledì alle 9,30 in via Capponi 7 (presso lo studio di Maria Elena) auletta 1, vi mando una documentazione parziale sul tema della schedatura: è il tracciato Word della scheda BDI con le istruzioni coerenti per l'uso. Manca il programma di gestione informatica, ma intanto si può usare così. Ho chiesto all'ICCD se ci fanno sperimentare la BDI leggera di precatalogazione, e mi daranno a breve una risposta.
Mi sono riletto Tommaseo sulla Corsica: è tutto storie di banditi e di voceri funebri. Ma sembra che il metro prediletto anche nei voceri sia quello degli improvvisatori: un ottonario di sei versi a rima abcbdb.
Chi ne sa ne suggerisca.
Leggendo il catalogo del Museo di Corte ho trovato riferimenti alla Moresca, un documento di arte popolare su Tancredi e Clorinda, e una indicazione relativa a un canto della Gerusalemme Liberata. Si aprono fascinose connessioni.
Il mio Migliacciu di oggi non era al massimo, approfondirò gli esperimenti.
Mercoledì parliamo anche di seminari/concerto, dopo avere raccolto suggerimenti e critiche a Pigna.
Pietro