Patrimoni
Nel contesto contemporaneo della globalizzazione, le politiche del patrimonio sembrano promettere a tante invisibili storie di diventare Storia, a luoghi e identità particolari di pensarsi come Patrimonio dell’umanità, a musiche del mondo intero di incontrarsi, riconoscersi, fondersi in nuove forme. Dove ci portano queste promesse, proiettando ogni cultura sulla scena globale?
In questa sezione vogliamo aprire varchi di conoscenza delle politiche culturali, in continua trasformazione e negoziazione, a partire dalle Convenzioni internazionali Unesco . I dibattiti nazionali e i diversi orientamenti delle politiche culturali riflettono la storia delle Istituzioni culturali nei nostri paesi. In Europa, l’entrata in vigore del trattato di Lisbona (vedi Gazzetta ufficiale del’’Unione Europea, “Risoluzioni del Consiglio del 16 novembre 2007 su un’Agenda europea della Cultura”) impegna l’Unione Europea a valorizzare la cultura in tutti i suoi ambiti di azione ( articolo 167, paragrafo 4 del Trattato di Lisbona), in maniera da “incoraggiare il rispetto interculturale e promuovere la diversità”. La voce “Cultura” fa parte dei settori di attività dell’Unione europea, che parla di “promuovere il ricco patrimonio culturale europeo” (
https://europa.eu/legislation_summaries/culture/index_it.htm
)
La Commissione Europea, Direzione Generale dell’Educazione e Cultura, con la proposta di un’Agenda Europea della Cultura del maggio 2007, propone una serie di azioni articolate intorno ai tre grandi obbiettivi della Diversità culturale ed il Dialogo interculturale, della Cultura come catalizzatore di creatività e della Cultura come elemento essenziale delle relazioni internazionali. Questa agenda è stata approvata durante il Forum di Lisbona, nel settembre 2007 (
https://ec.europa.eu/culture
)
Il Consiglio d’Europa (
www.coe.int/T/F/Coop%E9ration_culturelle
), ratificando nel 2005 la “Convenzione Faro”, ha inaugurato l’importante concetto di “comunità patrimoniali” e aperto il cantiere di lavoro che traduce il passaggio dalla domanda “Come preservare il patrimonio e secondo quale procedura?” alla domanda “Perché e per chi valorizzarlo?”. La Convenzione “parte dall’idea che la conoscenza e l’uso del patrimonio rientrino nel diritto di partecipazione dei cittadini alla vita culturale, come definito nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.”Il testo presenta il patrimonio culturale come fonte utile sia allo sviluppo umano, alla valorizzazione delle diversità culturali e alla promozione del dialogo interculturale che a un modello di sviluppo economico fondato sui principi di utilizzo sostenibile delle risorse. In questo senso, esso rientra nelle priorità d’azione del Consiglio d’Europa fissate, nel maggio 2005, dal terzo Vertice dei Capi di Stato e di governo”. Il testo della Convenzione è disponibile anche in una versione italiana (
www.unfaropervenezia.it/traduzione-libera-italiano-convenzione-faro
)
Consulta anche:
La dichiarazione universale dell’UNESCO sulla diversità culturale
https://unesdoc.unesco.org/images/0012/001271/127160m.pdf
La Convenzione sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali
www.unesco.org/culture/fr/diversity/convention
La Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale
https://www.unesco.org/culture/ich/index.php?pg=home
- patrimoine culturel immateriel, site complexe
https://www.unesco.org/culture/ich/index.php?pg=00026
- directives operationnelles
Investir dans la diversité culturelle et le dialogue interculturel (UNESCO, 2009)
https://unesdoc.unesco.org/images/0018/001847/184755f.pdf
Kit sul patrimonio culturale immateriale
https://www.unesco.org/culture/ich/index.php?pg=00252#6
Il sito del progetto MEDLIHER, il patrimonio vivo del Mediterraneo.
http//www.unesco.org/culture/ich/fr/medliher
Il "processo di Barcellona", l'Italia e i programmi Euromed
https://www.esteri.it/MAE/doc_dossier/dossier_euromed/mediterraneo.pdf